“Disapprovo ciò che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a esprimerla!” Voltaire

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Il 12 e 13 giugno in 25.000.000 per il Quorum!

Il 12 e 13 giugno ci vorranno 25.000.000 di elettori, perchè i referendum siano resi validi. Un pezzo della tua vita verrà messa in gioco, fai conoscere i quesiti referendari ad almeno 5 dei tuoi amici e fagli capire l’importanza di andare a votare……possibilmente con una X sul SIIIIIIIIIIIIIIIIIII !

http://www.facebook.com/video/video.php?v=1986312454615&comments

Migiolalo.

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Diamogli la proscrizione breve, anzi brevissima

Milioni di italiani avevano ancora negli occhi le immagini dei cadaveri galleggianti sulle acque tra Malta e le nostre coste. Milioni di italiani avevano ancora nelle orecchie le urla di chi scappava dai lager di accoglienza dopo essere scappato dai lager di casa. Nell’aria  risuonavano ancora gli appelli del presidente Napolitano alla sobrietà e al rigore.

All’improvviso compariva sugli schermi e sulla rete un vecchio signore che cominciava a raccontare le barzellette, quella dello spastico, quella della champagne che cola dal seno di una signora, e, non contento, invitava le studentesse a fare il bunga bunga con lui.

In questi giorni alla Camera dei deputati stanno cercando di far approvare la prescrizione breve e greve per salvare questo anziano signore che ha perso il controllo di sé, ma forse sarebbe meglio cambiare il titolo del provvedimento ed introdurre la proscrizione breve, anzi brevissima, prima che questo signore proscriva la Costituzione e la legalità repubblicana.

Per tutti quelli e quelle che non riescono a divertirsi, anzi trovano sempre più disgustoso lo spettacolo, l’appuntamento è per mercoledì prossimo alle 15 davanti alla Camera dei deputati, e la sera in Piazza Navona, a Roma, dove abbiamo invitato a prendere la parola tutti quei cittadini che saranno direttamente colpiti dalla prescrizione breve: dai familiari delle vittime della Casa dello studente dell’Aquila sino ai tanti truffati che vedranno sparire i loro truffatori.

Il Fatto Quotidiano.

Migiolalo

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Ecco i 314 deputati che credono alla balla su Ruby!

314 persone nominate dai partiti per farci credere che Betty ha telefonato in questura, come presidente del consiglio, perchè credeva che Ruby (MINORENNE), frequentatrice abituale dei festini organizzati a villa San Martino (Arcore), fosse NIPOTE di Mubarak!

 

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Gruppo Popolo della Libertà
Fabrizio Cicchitto, Massimo Enrico Corsaro, Sabatino Aracu, Simone Baldelli, Maurizio Bernardo, Isabella Bertolini, Maurizio Bianconi, Salvatore Cicu, Domenico Di Virgilio, Pietro Laffranco, Osvaldo Napoli, Barbara Saltamartini, Jole Santelli, Gioacchino Alfano, Sabatino Aracu, Maria Teresa Armosino, Filippo Ascierto, Mario Baccini, Lucio Barani, Emerenzio Barbieri, Michaela Biancofiore, Mariella Bocciardo, Giuseppe Calderisi, Remiglio Ceroni, Luigi Cesaro, Gianfranco Conte, Nunzia De Girolamo Nunzia, Giovanni Dima, Renato Farina, Fabio Garagnani, Giorgio Holzmann, Amedeo Laboccetta, Pietro Laffranco, Luigi Lazzari, Beatrice Lorenzin, Giuseppe Francesco Maria Marinello, Marco Marsilio, Bruno Murgia, Antonio Palmieri, Massimo Parisi, Enrico Pianetta, Mauro Pili, Giuseppe Romele, Gianfranco Sammarco, Giuseppe Scalera, Michele Scandroglio, Luigi Vitali. Altri membri: Gian Carlo Abelli, Ignazio Abrignani, Angelino Alfano, Antonio Angelucci, Roberto Antonione, Valentina Aprea, Francesco Aracri, Vincenzo Barba, Viviana Beccalossi, Luca Bellotti, Amato Berardi, Deborah Bergamini, Anna Maria Bernini Bovicelli, Massimo Maria Berruti, Sandro Biasotti, Francesco Biava, Paolo Bonaiuti, Margherita Boniver, Marco Botta, Michela Vittoria Brambilla, Aldo Brancher, Renato Brunetta, Donato Bruno, Annagrazia Calabria, Maria Rosaria Carfagna, Gabriella Carlucci, Luigi Casero, Roberto Cassinelli, Carla Castellani, Giuseppina Castiello, Francesco Catanoso Genoese detto Basilio Catanoso, Giuliano Cazzola, Fiorella Ceccacci Rubino, Elena Centemero, Carlo Ciccioli, Edmondo Cirielli, Francesco Colucci, Manlio Contento, Nicola Cosentino, Giulia Cosenza, Giuseppe Cossiga, Enrico Costa, Stefania Gabriella Anastasia Craxi, Rocco Crimi, Nicolo Cristaldi, Guido Crosetto, Marcello De Angelis, Sabrina De Camillis, Riccardo De Corato, Francesco De Luca, Melania De Nichilo Rizzoli, Maurizio Del Tenno, Giovanni Dell’Elce, Simeone Di Cagno Abbrescia, Marcello Di Caterina, Manuela Di Centa, Ida D’Ippolito Vitale, Antonio Distaso, Monica Faenzi, Giuseppe Fallica, Raffaele Fitto, Gregorio Fontana, Vincenzo Antonio Fontana, Nicola Formichella, Tommaso Foti, Antonino Foti, Pietro Franzoso, Paola Frassinetti, Franco Frattini, Benedetto Francesco Fucci, Giuseppe Galati, Vincenzo Garofalo, Fabio Gava, Mariastella Gelmini, Antonino Salvatore Germanà, Niccolò Ghedini, Agostino Ghiglia, Sestino Giacomoni, Gabriella Giammanco, Vincenzo Gibiino, Alberto Giorgetti, Rocco Girlanda, Francesco Maria Giro, Lella Golfo, Isidoro Gottardo, Ugo Maria Gianfranco Grimaldi, Antonello Iannarilli, Maurizio Iapicca, Giorgio Jannone, Enrico La Loggia, Ignazio La Russa, Giorgio Lainati, Mario Landolfi, Maurizio Leo, Antonio Leone, Ugo Lisi, Pietro Lunardi, Maurizio Lupi, Gennaro Malgieri, Gianni Mancuso, Barbara Mannucci, Alfredo Mantovano, Giulio Marini, Marco Martinelli, Antonio Martino, Antonio Mazzocchi, Riccardo Mazzoni, Giancarlo Mazzuca, Giorgia Meloni, Gianfranco Miccichè, Riccardo Migliori, Lorena Milanato, Marco Mario Milanese, Antonino Minardo, Eugenio Minasso, Giustina Mistrello Destro, Dore Misuraca, Giuseppe Moles, Alessandra Mussolini, Gaetano Nastri, Massimo Nicolucci, Fiamma Nirenstein, Settimo Nizzi, Alessandro Pagano, Maurizio Paniz, Alfonso Papa, Adriano Paroli, Gaetano Pecorella, Paola Pelino, Antonio Pepe, Mario Pescante, Giovanna Petrenga, Guglielmo Picchi, Vincenzo Piso, Giancarlo Pittelli, Sergio Pizzolante, Carmelo Porcu, Stefania Prestigiacomo, Marco Pugliese, Fabio Rampelli, Laura Ravetto, Manuel Repetti, Eugenia Roccella, Paolo Romani, Luciano Rossi, Mariarosaria Rossi, Roberto Rosso, Gianfranco Rotondi, Paolo Russo, Stefano Saglia, Elvira Savino, Souad Sbai, Claudio Scajola, Umberto Scapagnini, Maurizio Scelli, Giorgio Simeoni, Francesco Paolo Sisto, Roberto Speciale, Francesco Stagno D’Alcontres, Lucio Stanca, Giorgio Clelio Stracquadanio, Franco Stradella, Giacomo Terranova, Piero Testoni, Gabriele Toccafondi, Salvatore Torrisi, Roberto Tortoli, Michele Traversa, Giulio Tremonti, Mario Valducci, Valentino Valentini, Paolo Vella, Cosimo Ventucci, Denis Verdini, Santo Domenico Versace, Pasquale Vessa, Raffaello Vignali, Elio Vito, Marco Zacchera.

Gruppo Lega Nord
Marco Giovanni Reguzzoni, Luciano Dussin, Lussana Carolina Montagnoli Alessandro, Fogliato Sebastiano, D’amico Claudio, Angelo Alessandri, Stefano Allasia, Massimo Bitonci, Guido Bonino, Umberto Bossi, Matteo Bragantini, Gianluca Buonanno, Corrado Callegari, Davide Caparini, Davide Cavallotto, Giacomo Chiappori, Silvana Andreina Comaroli, Nunziante Consiglio, Jonny Crosio, Manuela Dal Lago, Marco Desiderati, Gian Carlo Di Vizia, Gianpaolo Dozzo, Guido Dussin, Giovanni Fava, Massimiliano Fedriga, Fulvio Follegot, Gianluca Forcolin, Maurizio Fugatti, Franco Gidoni, Giancarlo Giorgetti, Paola Goisis, Paolo Grimoldi, Eraldo Isidori, Manuela Lanzarin, Marco Maggioni, Francesca Martini, Daniele Molgora, Laura Molteni, Nicola Molteni, Emanuela Munerato, Giovanna Negro, Luca Rodolfo Paolini, Maria Piera Pastore, Gianluca Pini, Ettore Pirovano, Massimo Polledri, Fabio Rainieri, Erica Rivolta, Marco Rondini, Roberto Simonetti, Stefano Stefani, Giacomo Stucchi, Renato Walter Togni, Alberto Torazzi, Pierguido Vanalli, Raffaele Volpi.

Gruppo Iniziativa Responsabile
Luciano Mario Sardelli, Giuseppe Ruvolo, Domenico Scilipoti, Maria Grazia Siliquini, Gerardo Soglia, Maria Elena Stasi, Vincenzo D’anna, Maurizio Grassano, Francesco Pionati, Elio Vittorio Belcastro, Massimo Calearo Ciman, Giampiero Catone, Bruno Cesario, Pippo Gianni, Paolo Guzzanti, Arturo Iannaccone, Giancarlo Lehner, Antonio Milo, Silvano Moffa, Giovanni Carlo Francesco Mottola, Carlo Nola, Andrea Orsini, Mario (Ir) Pepe, Michele Pisacane, Catia Polidori, Americo Porfidia, Antonio Razzi, Francesco Saverio Romano, Vincenzo Taddei, Liberal democratici (Gruppo Misto) Daniela Melchiorre, Italo Tanoni. (Gruppo Misto) Aurelio Salvatore Misiti.

7 aprile 2011
Fonte L’Unità
Migiolalo
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Siamo stati ufficialmente dichiarati tutti imbecilli!

58 milioni di cretini

  • 6 aprile 2011 15:45

da Il Fatto Quotidiano di Claudio Messora

E così siamo stati ufficialmente dichiarati tutti imbecilli. 58 milioni di cretini. Sì, perché il voto di oggi doveva stabilire se quella telefonata Silvio Berlusconi l’avesse fatta nell’esercizio delle sue funzioni, in qualità di Presidente del Consiglio, oppure nelle vesti di privato cittadino che vuole cavarsi d’impaccio. Grazie ai cosiddetti responsabili – Razzi, Scilipoti & friends – il popolo italiano, per mano dei suoi rappresentanti, ha deliberato in via ufficiale che il suo capo di governo è uno che si beve tutto, a cominciare dalla prima marocchina che gli dice di essere la nipote di Mubarak.

Del resto è naturale: potete provare da soli! Avvicinatevi per esempio a David Cameron e ditegli di essere Marilyn Monroe che in realtà non è morta ma vive con Michael Jackson ed Elvis Presley nella città inesplorata di Atlantide. Vedrete che quello, di prassi, non solo non vi spedisce al manicomio senza passare dal via, e neppure eventualmente chiede al capo della Digos o ai servizi segreti notizie sulla vostra attendibilità, no: addirittura vi invita decine di volte ai suoi festini privati, vi ricopre di soldi, di auto e di immobili e vi affida alle cure di una nota maitresse milanese.

Il voto del Parlamento italiano oggi ha espresso proprio questo orientamento: Silvio Berlusconi telefonò alla questura in quanto, nelle vesti di capo di governo, voleva evitare tensioni sul piano della diplomazia internazionale. Che poi si sa: una minorenne presa in custodia dalle forze dell’ordine e successivamente affidata ai servizi sociali è intollerabile per qualsiasi zio che si rispetti. Una minorenne, viceversa, che si aggira ubriaca e seminuda nella discoteca privata del tuo partner strategico – nonché grande amico italiano – per un musulmano è invece gande motivo di sollievo. Ma non vigeva il divieto di fare uso di alcool? E se Fede le avesse fatto mangiare carne di maiale? E se la carne di un maiale l’avesse invece succhiata? Del resto, con la ragione è impossibile sondare l’imperscrutabile disegno divino, pari solo all’incomprensibilità della ragion di stato, in questo frangente ancora più incomprensibile.

Dunque stiamo sereni: i parlamentari eletti in nostra rappresentanza dimostrano di avere cognizione di causa, lucidità mentale e molta più lungimiranza di noi nell’accostarsi alla comprensione degli eventi. Perché è chiaro che siamo noi a non avere capito niente, altrimenti con il voto di oggi sarebbe evidente a chiunque che ci stanno prendendo per i fondelli. E questo non sarebbe accettabile. Qualcuno potrebbe rimanerci male e avere reazioni violente. Chissà, potrebbe persino rifiutarsi di esultare al prossimo gol di Pato!

Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/04/05/58-milioni-di-cretini/102346/

Migiolalo

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IL PROCESSO BREVE NON E’ UNA LEGGE AD PERSONAM!

4 aprile 2011 21:55

“Speriamo che alla fine del processo sia fatta giustizia per tutti i morti e che lo Stato riesca a dimostrare di essere vicino alle famiglie…” Queste le mie parole alla fine del video. “Un grande regalo alla mafia”, queste le parole del Procuratore Gratteri (http://www.calabrianotizie.it/2010/08/30/il-procuratore-di-reggio-gratteri-il-processo-breve-e-un-grande-regalo-alla-mafia-e-non-solo-dal-1992-come-legislazione-antimafia-non-e-stato-fatto-piu-nulla-solo-chiacchiere-e-convegni/)…
Alla fine ci siamo arrivati! alla fine si è capito perchè il processo breve NON SAREBBE una legge ad personam. E’ vero. Stavolta è vero: il povero Premier da quanto lo va urlando ai quattro venti? e questi magistrati, queste maledette toghe rosse, insistono che sia una legge vergognosa. Questi cittadini fomentati dai soliti comunisti si permettono pure di andare a tirare le monetine ad un ministro della Patria. Vergogna! davvero non capite lo spirito altruistico ed umanitario di questa norma? davvero non avete capito che in questo modo si salveranno gli assassini della Thyssen, della Eternit, dell’Umbria Olii e tutto il resto (http://neuroniattivi.blogspot.com/2011/02/torino-nuova-udienza-processo.html)…? Vogliamo parlare del processo per Viareggio? o dei processi in piedi sul terremoto dè L’Aquila?? questi poveri imprenditori aggrediti dai famigliari delle vittime hanno trovato in Berlusconi il loro profeta “salvatore”. Lavoratori uccisi dal mancato rispetto delle norme di sicurezza, ma innanzitutto dal mancato rispetto della dignità umana verranno nuovamente uccisi e verrà fatto dei loro cadaveri lo scempio definitvo. Ebbene…sarò cattiva…ma non lo consentirò…Sono una provocatrice? SI! e lo rivendico con orgoglio: voglio provocare l’indignazione nei cittadini da troppo tempo inebetiti davanti le televisioni di Stato e di AntiStato. Voglio provocare la reazione dei neuroni per troppo tempo tenuti sopiti dalla droga di una comunicazione manipolata, di una cultura aggredita e vilipesa quotidianamente e di una destrutturazione sistematica della speranza nel futuro: togli ad una persona i suoi sogni…e l’hai uccisa. Togli ai giovani di oggi la speranza di un Paese migliore…e lo cercheranno altrove. NO! RAGAZZI NON FATELO! Venite! andiamo a cacciarli! Io ci sarò! Il nostro futuro, il nostro Paese…dobbiamo riprenderceli! e non sarà stando a studiare a casa o all’università o nei posti di lavoro, per i più fortunati che un lavoro ce l’hanno…che si potrà farlo! ALLONS ENFANTS…! INDIGNONS-NOUS!…INDIGNIAMOCI!!!

http://www.serenettamonti.it/2011/04/04/il-processo-breve-non-e-una-legge-ad-personam/

Migiolalo

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I QUESITI REFERENDARI DEL 12 E 13 GIUGNO!

Si referendum day!

I quesiti referendari del 12-13 giugno saranno quattro:
per dire NO devi segnare Sì

Vuoi eliminare il ricorso all’energia nucleare?   Sì.
Vuoi cancellare la privatizzazione dell’acqua? Sì.
Vuoi sbarazzarti del legittimo impedimento? Sì.


Il referendum passa se si raggiunge il quorum. In altre parole occorre che vadano a votare 25 milioni di italiani. Per questo dobbiamo informare da subito! Fai girare questa nota




ATTENZIONE!
NON È UNA MANIFESTAZIONE MA BANCHETTI INFORMATIVI E GAZEBO NELLE CITTÀ ITALIANE

Se vuoi organizzare banchetto o gazebo scrivi a: coordinamento.viola@gmail.com
(puoi aiutarci anche con un semplice volantinaggio o un flashmob informativo, per saperne di più dai uno sguardo a questa pagina oppure contattaci tramite e-mail)
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L’Aquila: Questa è la città ricostruita dalle chiacchiere di Betty!

A piedi nella Zona Rossa dell’Aquila, istantanee da una città fantasma – Photogallery

Scritto da Emilio Fabio Torsello il 28 febbraio 2011 in Photogallery / Società

A quasi due anni dal sisma del 6 aprile 2009 la ricostruzione è al palo

LAQUILA0001 18 150x150 A piedi nella Zona Rossa dellAquila, istantanee da una città fantasma   PhotogalleryA due anni dal terremoto all’Aquila la ricostruzione nella Zona Rossa è solo un buon proposito. Ne parlano i media – pochi – ne parla il sindaco, se ne discute nei consigli comunali. Di concreto, però, c’è solo una decisione presa dalla Giunta in merito al metodo: si procederà per aggregati. Dopo un’imponente e costosissima opera di puntellamento (ogni giunto delle impalcature è costato in media 25 euro e ne sono stati utilizzati decine di migliaia), l’amministrazione ha deciso di bypassare le lungaggini del Piano per la ricostruzione e di optare per gli aggregati: si ricostruirà tutto dov’era e com’era. Il meccanismo è semplice come una riunione di condominio: i cittadini proprietari di uno stabile o di edifici confinanti si metteranno d’accordo sulla ditta e avvieranno la ristrutturazione dell’immobile. Secondo l’amministrazione Cialente sarebbe questa la panacea di tutti i mali che a due anni dal sisma permetterà finalmente di avviare i lavori nelle zone colpite dal terremoto del 6 aprile 2009.

Politica e buoni propositi a parte, a due anni dal sisma la Zona Rossa dell’Aquila è una città fantasma dove riecheggiano solo i passi e il rumore della neve che si scioglie dalle impalcature. Tra gennaio e febbraio, Diritto di Critica è entrato due volte nel centro storico dell’Aquila, grazie alla cortesia di una restauratrice che ci ha accompagnato. Ecco cosa abbiamo visto.

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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
LAQUILA0001 15 A piedi nella Zona Rossa dellAquila, istantanee da una città fantasma   Photogallery
L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Gennaio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
LAQUILA0001 10 150x150 A piedi nella Zona Rossa dellAquila, istantanee da una città fantasma   Photogallery
L’Aquila, Zona Rossa. Febbraio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Febbraio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Zona Rossa. Febbraio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Corso Vittorio Emanuele: 308 fiocchi. Febbraio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Corso Vittorio Emanuele. Febbraio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Corso Vittorio Emanuele, negozi. Febbraio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, Corso Vittorio Emanuele, negozi. Febbraio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, quartiere dietro Piazza D’Armi. Febbraio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
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L’Aquila, quartiere dietro Piazza D’Armi. Febbraio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
LAQUILA0001 1 150x150 A piedi nella Zona Rossa dellAquila, istantanee da una città fantasma   Photogallery
L’Aquila, quartiere dietro Piazza D’Armi. Febbraio 2011 – Fotografia: Emilio Fabio Torsello/Diritto di Critica 2011
LAQUILA0001 150x150 A piedi nella Zona Rossa dellAquila, istantanee da una città fantasma   Photogallery
Migiolalo
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EFFETTI DELLA “RIFORMA” …GELMINI!

Sparisce l’interrogazione I ragazzi non parlano più. di Fabio Luppino

Scuola, interrogazione addio

«Non so come fare. Ho meno ore, non riesco a sentirli più. Ormai per il voto orale devo fare dei compiti scritti. L’anno scorso ne avevo 22, quest’anno 28. L’anno scorso avevo quattro ore di latino, quest’anno tre. Ma sono preoccupato: ogni volta che li chiamo sono sorpresi, non riescono ad esprimersi. È colpa mia? Non lo so, i miei colleghi mi raccontano le stesse cose». Uno sfogo, uno dei tanti. Della riforma Gelmini nelle superiori si è parlato in teoria. I conti con la realtà si cominciano a fare, ora, nelle scuole: sono devastanti. La generazione del monosillabo delle parole mozze, delle sigle per darsi affetto, così come si vanno forgiando invasi da facebook, a scuola trasferisce per intero l’incertezza lessicale. E non c’è tempo per rimediare. Il pittoresco Lorenzo creato da Corrado Guzzanti – che non riusciva nemmeno ad arrivarci al monosillabo, ma un rumore contorto usciva dalla sua voce per comunicare- è stato ampiamente superato, anche se la figura resta profetica visto che la parodia vide la luce ben prima dell’esplosione dei social forum. Nei licei la riduzione oraria è solo nelle prime classi. Negli altri istituti superiori è a regime in tutte e cinque le classi. Fece storia e svelò un problema fino ad allora rimosso, la dislessia, il libro «Mio figlio non sa leggere» di Ugo Pirro. I figli oggi faticano a parlare. La riforma è l’ultimo colpo agli adolescenti «senza parole». Stretti tra programmi e scadenze i professori non ce la fanno. E vai con scritti all’americana, con risposte a scelta multipla. Storia, scienze, matematica, inglese. L’interrogazione alla lavagna è l’eccezione, il sacro terrore, l’evento rimosso da professori e studenti. Non c’è tempo. Quando poi gli insegnanti di lingue non scoprono che le parole non dette, sono parole sconosciute in italiano, figuriamoci in inglese o francese. Così avviene non di rado che si entra nella terra di nessuno quando si usano termini come rada, penuria, rurale, concernere, circoscrivere. Di recente denuclearizzare… Ogni prof ha la sua esperienza da raccontare. Ogni famiglia, anche. Chi percepisce il danno di qualità di un’istruzione così ridotta cerca di tamponare con le ripetizioni private. Non finisce qui, però. L’esperienza del preside reggente (un preside che si occupa di due scuole spesso diverse, un tecnico o un professionale, uno scientifico e un industriale) sta dequalificando la scuola. Il problema era noto, ma il governo non lo ha affrontato. Gelmini fa sapere che il concorso per nuovi presidi si farà. Ma dall’indizione al suo compimento passeranno almeno due anni. Nel frattempo le scuole perdono credibilità. Un capo d’istituto diviso in due è come un comandante che tura le falle mentre la nave affonda. Così alcune scuole hanno visto drastiche contrazioni di iscrizioni. I genitori osservano e decidono: se in un liceo si esce prima, si entra dopo perché i supplenti non possono essere chiamati a sostituire i prof mancanti le famiglie vanno via da quella scuola. Si capovolge la causa con l’effetto. Il ministero ha lasciato le scuole senza soldi per questo come per molte altre cose: chi ha potuto ha alzato il contributo volontario. Chi può, perché in moltissimi contesti già marginali socialmente le famiglie il contributo (non obbligatorio per nessuno in linea di principio) non lo possono pagare. Così la scuola pubblica va a rotoli, lentamente ma inesorabilmente. E il danno che supera tutti gli altri è la perdita di senso. Il messaggio complessivo con le opportunità di emergere ridotte all’osso cancella l’«utilità» del farsi un’istruzione, come si diceva una volta. Nelle case non si parla più di futuro. E allora anche i ragazzi si chiedono sempre più spesso, studiare a che serve?

3 aprile 2011

Ecco gli effetti della “riforma” Gelmini? Lasciare che i nostri figli diventino sempre pù ignoranti perchè la, cosiddetta, “classe dirigente” possa imperare in lungo e in largo. Ecco così promossa la Repubblica della barzelletta!

Migiolalo.

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Betty Joker!

Berlusconi: «Ospitalità è un dovere»

pubblicata da INFORMAZIONE LIBERA il giorno sabato 2 aprile 2011 alle ore 18.50

Il premier: «Noi siamo stati un Paese di immigrati, dobbiamo essere comprensivi e ospitali con i migranti»

MILANO – «Già da stasera o al massimo domani Lampedusa sarà ridata ai cittadini e quando arriveranno altri clandestini dal molo passeranno direttamente a una nave ormeggiata sempre nel porto che li porterà nei centri di identificazione che nelle varie regioni». Lo ha annunciato il premier Silvio Berlusconi, intervenendo telefonicamente ad una iniziativa a Catania.

OSPITALITA’ – Il premier ha poi spiegato anche le ragioni della necessità di provvedere agli immigrati: «Ricordo che abbiamo 9mila comuni e dunque se restassero 9mila nuovi cittadini basterebbe restituirli uno per comune» e non sarebbe difficile trovare loro un lavoro, «lo dico perchè dobbiamo ricordarci di essere stati anche noi un Paese di migranti» e perciò «dobbiamo essere comprensivi e ospitali, perchè siamo un Paese civile e cattolico».

 

«400 dispersi in mare» L’appello di Unhcr

BAGNASCO – In merito all’accoglienza degli immigrati in arrivo dal Nord Africa, è intervenuto anche il presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco: «Il problema dei migranti è un problema dell’Europa non solo dell’Italia». Sul mancato aiuto delle autorità francesi all’Italia, il cardinale ha spiegato che «I vescovi europei, su nostra richiesta, stanno preparando una dichiarazione, un comunicato, per richiamare la responsabilità dell’Europa che deve essere presente, se vuole essere non un nome, ma una realtà che cresce, una realtà concreta. L’Europa – ha detto ancora il porporato – è in debito verso l’Africa, pertanto è necessario che questo debito venga soddisfatto nel modo migliore, più efficace possibile e quindi che l’Italia non sia lasciata sola rispetto a questa emergenza perchè non è dell’Italia ma è di tutta l’Europa rispetto a queste popolazioni che chiedono la sicurezza di un domani. La Caritas, sia della nostra diocesi sia delle altre diocesi, si è attivata per cercare di rispondere secondo le indicazioni della Caritas nazionale, che è in contatto con la Libia e con gli altri Paesi del Nord Africa, per poter organizzare, nei limiti delle possibilità di capienza ma non solo di capienza, l’accoglienza di una parte di queste persone» ha concluso Bagnasco che parlava a margine del convegno «Non sia dato per carità ciò che è dovuto per giustizia» organizzato dalla consulta degli Enti di carità della diocesi del capoluogo ligure.

«60 ORE SCADUTE» – Le 60 ore, promesse da Premier per far tornare la normalità sono scadute. E Italo Bocchino batte il tempo: «A Lampedusa sono scadute le 60 ore indicate da Berlusconi per risolvere il problema migranti e ancora una volta gli italiani devono prendere atto che si è trattato di uno show mediatico e non di un’azione di governo». Bocchino ne approfitta per lanciare dal sito di Futuro e Libertà un’altra frecciatina avvelenata a Silvio Berlusconi: «Intanto a Napoli tornano in strada i cumuli di spazzatura, nonostante le reiterate promesse che non sarebbe mai più accaduto», scrive. «Al di là dell’evidente fallimento della politica della promessa miracolistica berlusconiana, alla quale non crede più nessuno serve un momento di impegno comune per affrontare queste emergenze». E invita il governo a confrontarsi con il Parlamento al fine di ricercare «con maggioranza e opposizioni le soluzioni che risolvano davvero i problemi, lasciando stare la fiction politica di stampo propagandistico-elettorale».

http://www.corriere.it/politica/11_aprile_02/berlusconi-lampedusa_77c9d9e8-5d17-11e0-ae5b-9965e363da95.shtml

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Messina: il sindaco si vende la citta e i cittadini all’Eurolink!

“Il conferimento delle rocce”. Così il sindaco consegna Messina alla società del Ponte

Antonello Mangano

Il sindaco della destra Giuseppe Buzzanca ha firmato con Eurolink e Stretto di Messina due accordi che definiscono la gestione dei cantieri, lo stoccaggio dei materiali di risulta e gli espropri. Il mega-cantiere non avrà ostacoli e le aree di stoccaggio aggraveranno il dissesto di un territorio fragilissimo. I soggetti danneggiati saranno pagati anche per i rumori dei camion o la diminuzione della luminosità. Tra i compensi offerti anche borse di studio, uno svincolo e il completamento di strade ordinarie. Come si svende un territorio per pochi spiccioli.

L’ultima alluvione di Messina: risale al 1 marzo

MESSINA – Da un lato il sindaco della città, dall`altro il contraente generale Eurolink e la società “Stretto di Messina`. Formalmente hanno firmato un “accordo procedimentale`, nei fatti è la consegna delle chiavi della città a un soggetto privato che ha comprato luoghi e abitanti per qualche “compensazione`. Le parti hanno definito la gestione dei mega-cantieri, lo stoccaggio dei materiali di risulta (alcuni milioni di metri cubi) e gli espropri. Questioni che riguardano una comunità di almeno 250 mila persone, ma che vengono risolte in poche pagine che somigliano a un contratto tra privati: la chiusura è infatti un tipico “senza nulla a pretendere`. L`area interessata dal cantiere si estenderà fino in provincia e ovviamente riguarderà tutta l`area urbana.

Parte del documento è pensato per spianare la strada ai lavori ed eliminare ogni ostacolo e ricorso, pensando probabilmente a quanto avvenuto in estate. Allora ci furono frizioni con i proprietari dei condomini interessati dalle trivellazioni, ovvero i costosi sondaggi a base di azoto liquido utili alla progettazione. Nelle prossime settimane potrebbe partire “una lotta primordiale per accaparrarsi risorse`, dice la Rete No Ponte, che ha lanciato una serie di mobilitazioni in vista della manifestazione nazionale del 14 maggio. Secondo Luigi Sturniolo, attivista No Ponte, siamo di fronte a un modello di “prostituzione del territorio`: “amministrazioni locali senza alcun potere decisionale, sempre col cappello in mano nell`atto della questua` guardano con favore a situazioni di emergenza o grandi opere, perché diventano l`unica via per ottenere fondi e realizzare l`ordinario. Intanto in molti sono ancora convinti che “tanto il Ponte non lo faranno mai`, nonostante sia aperto dal dicembre 2009 il primo cantiere di Villa San Giovanni, cioè lo spostamento del binario per far posto al megapilone calabrese. Quattro mesi fa è stato consegnato il progetto definitivo. Adesso arrivano i dettagli sugli espropri.

Nulla a pretendere

In coda all`accordo, il Comune “dichiara di non avere più nulla a pretendere da Stretto di Messina e da Eurolink per la riqualificazione ambientale dei siti, la destinazione all`uso pubblico delle aree dei siti dei cantieri principali e di stoccaggio dopo il completamento delle opere di riqualificazione ambientale`. “Nulla sarà dovuto al Comune`  prosegue il documento, “essendo espressamente convenuto che l`onere del mantenimento di tale aree è compensato dai costi che Stretto di Messina ha sostenuto per l`esproprio delle stesse`.

Gli uomini del Ponte hanno scelto una strategia semplice. Anziché spiegare ragioni e opportunità, preferiscono comprare le persone. Gli espropri riguarderanno 500 soggetti, divisi tra semplici cittadini, complessi edilizi, società, titolari di attività economiche o di terreni. Tutto sarà pagato a prezzo di mercato (“il valore venale`), ma soprattutto ci si impegna a ripagare anche piccoli danni, dalla diminuzione della luminosità e del soleggiamento all`inquinamento acustico; dalla vibrazioni alla “ridotta fruibilità del contesto panoramico e ambientale`. Ma il vero impatto non sarà quello dei cantieri rumorosi, ma lo stoccaggio dei materiali di risulta, definiti con delicatezza “conferimento di terre e rocce da scavo`.

Il materiale proverrà in gran parte dallo scavo delle gallerie ferroviarie e stradali che dovranno collegare la viabilità esistente all`imbocco dell`attraversamento stabile. Circa sei milioni di metri cubi finiranno nei “siti di recupero ambientale`, cioè megadiscariche individuate – da uno studio di ingegneri messinesi – in punti delicati che presumibilmente aumenteranno il dissesto di luoghi fragilissimi. Nell`area urbana toccherà a Torre Faro (teoricamente una riserva naturale) e Annunziata, zona interessata anni fa da un`alluvione. Altre discariche sono previste nei piccoli comuni tirrenici di Venetico, Torre Grotta e Valdina,  cui è stata offerto – in compensazione – uno svincolo autostradale. Tra gli impegni di Eurolink per la salvaguardia ambientale, “l`attecchimento delle essenze arboree impiantate nelle aree riqualificate`.

Compensazioni

L`impatto previsto sarà notevolissimo, anche a grande distanza dai teorici piloni. Per esempio, il cantiere Contesse – a 20 km dalla punta estrema della Sicilia – riguarderà una nuova stazione centrale pensata nella periferia sud. Diverse nuove strade saranno in realtà “piste di cantiere` per lo spostamento dei materiali di risulta tramite camion. E` stato persino ipotizzato un sistema di chiatte e pontili per ridurre l`impatto sulla città. Chiaramente, è molto difficile che il maxicantiere sia compatibile con la vita ordinaria e le attività dei cittadini.

Ecco quindi le immancabili compensazioni, ancora da definire esattamente e da finanziare: tra le tante richieste, il completamento della Panoramica. Si tratta di una strada pericolosissima, che ha visto nel corso degli anni numerosi incidenti e che andrebbe messa in sicurezza in via ordinaria e non come corrispettivo del megaimpatto dei cantieri del Ponte. Le altre opere richieste dall`ente locale, per un totale di circa 230 milioni, sono la copertura del torrente Papardo (la copertura dei corsi d`acqua è uno dei motivi storici del dissesto idrogeologico), un depuratore, il ripascimento dei litorali e la valorizzazione ambientale di Capo Peloro, cioè l`area di interesse naturalistico che sarà devastata dal cantiere principale del Ponte.

Intanto sono operativi gli accordi con le università di Reggio Calabria e Messina. Quest`ultima ha ceduto il suo “incubatore d`impresa` come “quartier generale del Ponte`, ma finora sono stati prodotti solo alcuni “stage formativi` per laureandi. Secondo la stampa locale, “sei eletti potranno recarsi a Roma o addirittura a New York` nelle sedi di Eurolink o del “consultant` Parsons. Intanto, è stata rapidamente dimenticata la paura per l`alluvione dello scorso primo marzo, che ha interessato tutta la città e prodotto ingenti danni.

Gli attivisti “No Ponte` richiamano con forza l`esigenza della messa in sicurezza delle zone a rischio così come di una riconversione permanente del settore edile (l`unica economia non statale della zona urbana) a favore del recupero del patrimonio scolastico in particolare (tutte le scuole sono a rischio) e della riqualificazione urbanistica in generale. Significherebbe benefici per la collettività, la fine della paura di morire per la pioggia, occupazione stabile. I numeri sull`occupazione presentati dal progetto prevedono circa 4500 addetti all`anno durante l`apertura dei cantieri, 200 addetti alla manutenzione dopo. Attualmente gli addetti al traghettamento sono 1100. Il saldo dunque è negativo: il Ponte toglierà lavoro.

http://www.terrelibere.org/terrediconfine/il-conferimento-delle-rocce-cos-il-sindaco-consegna-messina-alla-societ-del-ponte

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